Non scriverò un post contro le mamme. Io amo le mamme. Mia madre è una mamma! La mia migliore amica è una mamma! Una volta ho fatto un viaggio di cinque giorni con due amiche incinte, su un’isola, e non ne è morta ammazzata nessuna. Sento di poterlo giurare: non sono razzista nei confronti delle mamme. Le frequento. Ci parlo. Le ascolto parlare non stop dei loro figli, di colichette, gengive, mastiti, pianti, diarree e primi passi. Guardo le foto dei loro bambini regalate ai social. Mi piacciono. Alcuni di loro mi chiamano zia, e sono davvero personcine adorabili. Vorrei solo che esistesse una regolamentazione per limitare la saccenteria di molte di queste impavide donne-mamma e il loro impulso – irrefrenabile, talvolta una vera e propria smania – di dover per forza spacciare perle di saggezza mammesca in ogni dove e in ogni contesto possibile: dagli scaffali del supermercato ai blog dedicati, dalla festa di famiglia alla re-union scolastica, dal parrucchiere alla spiaggia; che una mica può passare la vita a far finta di essere sorda. O cretina. Ho l’età che mi merito. Quella in cui, per premiare una pazienza pluridecennale, mi dico che anche basta. Il momento lungo 25 anni in cui chiunque – dalle zie alla cartomante passando per l’estetista e la perfetta sconosciuta – si sente obbligata a “dirti cose” è finalmente finito. Terminato. Scaduto. E invece no. Le considerazioni di alcune donne-mamma si evolvono solo, o meglio, le considerazioni di alcune donne-mamma sono le uniche a evolversi.
– Sei incinta!
– No. Si tratta di lavoro.
– Ah, che peccato. Mi ero illusa. Novità?
– Uhm… Non è che…
– No no, ho solo il ciclo. Ogni volta mi devasta.
– Lo sapevi che dopo la prima gravidanza i dolori mestruali svaniscono?
– Anche dopo una bustina di ketoprofene.
– Ora dici così, ma poi quando i figli arrivano… perché prima o poi arrivano, sai?
– Grazieeee! Non sai che gioia, mi sento già diversa, è difficile da spiegare, finché non ti capita non puoi capire…
– L’avete cercato?
– No, ma i figli sono una benedizione di Dio.
– Sono anche una scelta.
– Scommettiamo che la prossima sei tu? Dai, fammi compagnia! Sai che bello essere incinte insieme?
– Sì, boh. Comunque io i trent’anni li ho superati da un pezzo.
– Che c’entra? Tu sei sembri una ragazzina! E poi… sai che tette che ti vengono? Una mia amica, che aveva una seconda scarsa, dopo la gravidanza porta la quarta.
– Una mia amica che era piatta ora ha la quinta, ha fatto una mastoplastica additiva.
– Scema. Ma hai paura del parto? Sì, fa male. Un male atroce, veramente insopportabile. Altro che calcoli renali! Quando è nato il mio ho patito le pene dell’inferno per 16 ore. E pure dopo! Mi sono saltati i punti e ho avuto un’emorragia, un dolore...
– Terrificante.
– Eh, ma poi si dimentica.
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