Quando
vivi in un paese anormale, ti basta guidare per sentirti speciale. Te
lo devi ricordare, di non essere speciale. Quando metti la freccia e
la cintura di sicurezza; ogni volta che cerchi un parcheggio, magari
a pagamento, pur di non lasciare la macchina in doppia fila o in un
posteggio riservato; quando rispetti le rotonde, cedi il passo ai
pedoni, rispetti i ciclisti e lasci la macchina vicina al centro per
poi camminare. Ti senti speciale, ma non lo sei.
Quando
vivi in un paese anormale, ti basta camminare per strada per sentirti
speciale. Te lo devi ricordare, di non essere speciale. Ogni volta
che usi i cestini o ti riempi le tasche di cartacce; quando
differenzi la
tua immondizia;
quando sgridi qualcuno che getta mozziconi e bottiglie di birra sulla
spiaggia. Ti senti speciale, ma non lo sei.
Quando
vivi in un paese anormale, lavorare – o cercare di lavorare –
ti fa sentire speciale. Te lo devi ricordare, di non essere speciale.
Quando rispondi alle richieste, rispetti i tempi, consegni qualità,
cresci, consigli e speri – preghi – di essere ripagato con la
stessa moneta. Ti senti speciale, ma non lo sei.
Quando
vivi in un paese anormale, ti devi incazzare quando vedi qualcosa di
anormale spacciato, venduto, confuso o diventato normale agli occhi
di tutti. Perché i ragazzi e i bambini si guardano intorno, si
guardano accanto, e imparano che vivere in un paese anormale non è
orribile, ma comodo; e che quello che davvero conta, non è sentirsi
speciali, ma normali.
Grazie. Davvero un bel post!
RispondiEliminagrazie a te :')
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