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martedì 3 aprile 2018

In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo - Ottava settimana di pre-vita

In attesa del #SecondoGOAL, di martedì in martedì continuerò a rispondere alle vostre curiosità postando qualche estratto da In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo un romanzo di prossima pubblicazione con la casa editrice Bookabook.


Nicola: Si parla anche di "ritorni" nel tuo romanzo?
Marianna: Sarebbe bello avere la tua storia di ritorno per il nostro blog...


Marzia prese l’autobus in viale Zara, girò attorno alla città con la 90, scese in viale Campania, saltò sul bus 73, scese al capolinea, varcò la soglia dell’aeroporto, si mise in coda per il check-in, si tolse cintura e scarpe, se le rimise, raggiunse il gate numero 5, prese posto sull’aereo, sfilò un libro dal bagaglio a mano e poi sistemò il trolley nella cappelliera: il tutto senza rendersene conto. Era frastornata e si sentiva male: l’idea di mettersi in pausa per sobbarcarsi i deliri della sua famiglia le dava il voltastomaco. 

Nonostante la gravità della situazione, una parte di lei avrebbe voluto infischiarsene di tutto. Non partire. Fermarsi. I motori dell’aereo presero a rombare. L’apparecchio si mosse, raggiunse la pista e accelerò. La testa di Marzia aderì al sedile e poi tornò indietro, come fosse stata quella di una bambola di pezza. Il decollo fu lineare e senza sobbalzi: la ragazza guardò attraverso il finestrino per accertarsi di essere in volo. Non appena ne fu sicura, il disagio svanì: in aria non aveva peso, indirizzo o famiglia. Senza legami si sentiva libera: sulla terra, quella sensazione era difficile da trattenere.

La ragazza appoggiò la fronte contro l’oblò rigato di condensa. Guardò le nuvole: erano gonfie e bianche come sbuffi di panna montata. Poi scrutò l’orizzonte: com’era possibile che il cielo fosse tanto azzurro? Se fosse rimasta a Milano, quella sera sarebbe andata a un concerto con le sue coinquiline. Ma le cose erano cambiate e, ancora una volta, la sua città adottiva scompariva insieme ai suoi figuranti. Marzia emise un lungo sospiro. Passare da una dimensione all’altra non era facile. A volte le sembrava che una negasse l’esistenza dell’altra. Partire e tornare, fare e disfare le valigie, ritrovarsi e separarsi era come addormentarsi e svegliarsi continuamente ed essere obbligata a guardarsi attorno per giorni prima di riuscire ad ambientarsi.
  
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