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martedì 11 maggio 2021

Giornata del Libro e del diritto d'Autore



Qualche tempo fa ho partecipato a un contest di narrativa lanciato da una casa editrice che non conoscevo e che preferisco non citare. Si trattava di una sorta di sfida: creare un racconto brevissimo che fosse efficace/sensato/evocativo con pochissime parole.

Mi è sembrata una cosa divertente, e ho mandato il mio contributo via mail seguendo le istruzioni, ben sapendo che avrei ceduto gratuitamente i diritti d'Autore. Non è una cosa che amo, per niente, ma trattandosi di un collettivo partecipato, ci poteva stare. Tra l'altro il racconto era veramente stringato, praticamente una frase.

Un paio di settimane fa mi è arrivata una mail dall'editore. Una mail generica, senza nome, identica per tutti gli autori. Il mio racconto era stato selezionato e impaginato insieme ad altri 1000, scelto fra oltre 5000 elaborati. L'editore mi chiedeva di controllare eventuali refusi su nome e "operetta", e poi mi comunicava che, nel caso avessi voluto comprare una copia della amena silloge, avrei potuto acquistarla con uno sconto del... 5%. Uao.
Ora. Un conto è cedere i diritti d'Autore in nome di un "gioco" o per il bene della "cultura", un altro sentirsi fieri di sapere che il proprio lavoro sarà venduto (25 euro a copia) a beneficio esclusivo di una casa editrice che non ha le possibilità economiche, dice, di ricompensare gli autori-benefattori di una misera copia omaggio. "Siamo piccoli, non possiamo regalare 1000 copie", mi ha risposto il boss delle torte.
Ovviamente ho chiesto di essere omessa dal volume, e l'editore mi ha assicurato che mi eliminerà dall'impaginato. Per curiosità, sono andata sulla pagina Facebook della CE, e ho scoperto, con infinita tristezza, che sotto il post relativo alla fine delle selezioni e alle modalità di "ricompensa" degli autori ci sono decine di commenti in cui questi ultimi che, felicissimi e increduli, ringraziano l'editore di essere stati inclusi nel volume. Volume di che, di sicuro, compreranno: non la vuoi avere ALMENO una copia del tuo successone letterario per fare la ruota come un pavone?
Spiegatemelo, perché io faccio fatica a capire. Dove sta l'onore dell'editore e degli autori in questo? Se i ricavati della vendita del libro andassero in beneficienza, e non nelle tasche della CE, sarebbe diverso, etico, bello. Ma così, quale prestigio e quale soddisfazione ci sono? Quale maledetto onore c'è?

Il 23 aprile abbiamo celebrato la Giornata del Libro e del diritto d'Autore, e pochi giorni fa è stato il primo maggio: è desolante sapere quanto poco ci sia da festeggiare e quanto ancora da battagliare, difendersi, infuriarsi e svilirsi per la ridicola considerazione del proprio lavoro.

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