Ti
diranno che quando si chiude una porta si apre un portone. Che è
meglio sia accaduto ora piuttosto che poi. Che non ti meritava. Che
nessuno ha trovato il coraggio di sottolineare alcuni suoi
atteggiamenti sospetti perché
tu eri tanto tanto innamorata, ma che era davvero
evidente che le cose avessero preso una brutta piega. Forzata.
Che eri la sola a sacrificarti. A cercare compromessi che
appianassero le vostre divergenze. La sola a oliare gli ingranaggi
della vostra convivenza. Te lo diranno quando ti avrà lasciata. O,
più probabilmente, quando ti avrà portato all’esasperazione e si
sarà fatto mollare. Che fa male uguale, ma per lui è più comodo.
In
un modo perfetto, nessuno proverebbe a parlarti di lui e di quel
che eravate,
perché saprebbe che peccherebbe di superficialità. Il tuo dolore
sarebbe rispettato. Gli affetti che ti circondano non cercherebbero
di riempire i tuoi vuoti, ma si limiterebbero ad attutire l’eco che
rimbomba nel tuo corpo debilitato. Amici e parenti dovrebbero trovare
il coraggio di sorriderti e tacere, diventando il materasso sul quale
farti atterrare ogni volta che cadrai. Perché accadrà. Molte volte.
Per
quanto giusta, inevitabile, attesa o guaritrice, la tua è stata una
perdita. Un lutto. Il mal d’amore non farà più tendenza, ma
continua ad annichilire. Tipo elettroshock. Lascia perdere chi ti
dice dai retta a me che ci sono già passata: gli uomini sono
tutti uguali, perché non è vero. Ogni storia è diversa. Persino
quella col finale più banale del mondo.
Con
una lentezza che ti parrà immobile, smetterai di dire noi e
riscoprirai l’emozione solitaria di parlare di te al singolare.
Senza rendertene conto, inizierai a rifare le cose che ti
appassionavano prima di stare con lui e che, per una forma di
dedizione probabilmente non richiesta, avevi messo in stand by.
Dimenticandole. Indosserai quello che piace a te, non quello che lo
eccitava. Un pezzo alla volta, butterai i vestiti della tua vita con
lui, quelli che, una volta, ti toglieva baciandoti. Non li brucerai
né li lancerai dal balcone. Semplicemente non ti piaceranno più, e
dopo un anno circa, li metterai dentro un sacco nero in un bidone
giallo. Dovrai fare un lungo lavoro. Con te stessa. A un certo punto
avrai voglia di baciare qualcun altro, e lo farai. Inizierai un’altra
storia. Completamente diversa. Una relazione nella quale potrai
continuare a dire io: ti aiuterà a limitare le responsabilità,
perché per un lungo periodo basterai a te stessa, e a nessun altro.
Anche se sembrerai di nuovo in piedi. In forma al 100%. Rinata.
Non
ascoltare le chiacchiere. Non permettere ai luoghi comuni e all’odio
degli altri di rovinare i tuoi ricordi. Se devi odiare, odia le
abitudini e il tempo che se la prende troppo comoda prima di guarire
le ferite. Quando riuscirai ad apprezzare le tue nuove cicatrici
sarai finalmente in grado di affrontare il fantasma dell’amore
passato: quel giorno lo chiamerai per nome, non con il nomignolo
idiota che gli avevi dato per abbracciarlo con ogni parola. Quel
giorno avrai la testa alta e riuscirai persino a sorridergli perché
il tuo cuore malandato l’avrà perdonato e la tua mente, con i suoi
tempi, alla fine farà lo stesso.
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