Raccattatrice e rammendatrice di mobili vetusti.
La mia ultima passione mi
ha condotto fra le lame di un vero falegname: ci sono assi che un
seghetto alternativo non può segare. Non in modo decente.
Il signor Pasquale ha una
magnifica bottega. Col tetto spiovente, le travi a vista, un grande
oblò per la luce – stile casetta di montagna di Heidi – soppalchi
in ferro battuto. Gli agenti immobiliari lo chiamerebbero open space.
O loft. Io preferisco chiamarla la Magnifica Bottega.
Nella sua Magnifica Bottega, il signor Pasquale ha sedie, armadi e avanzi di mobiletti in
ogni dove. Resti, scarti, ricambi, panchinari. E delle macchine che
“così non le fanno più”.
È la quarta volta che
vado alla Magnifica Bottega. La prima volta c'erano il signor Pasquale,
e un uomo suppergiù della mia età. Mi hanno segato un'asse e non mi hanno
chiesto nulla. La seconda volta c'era lo stesso tipo e un ragazzo più
giovane. Mi serviva un pezzo di compensato per chiudere un
armadietto. La terza volta c'era solo il signor Pasquale, che mi ha
fatto fare un tour della sua Magnifica Bottega. Mi ha raccontato di
quando viveva a Seregno. Quelli erano anni di lavoro durissimo, ma ne
valeva la pena. “Perché si costruiva il futuro”. Non come ora.
Che lo Stato si mangia tutto. E che i clienti non pagano. La quarta
volta, pochi giorni fa, il signor Pasquale era da solo. Ha dovuto
licenziare tutti. Perché non ce la fa. Dice che probabilmente entro
agosto chiuderà la sua Magnifica Bottega. Mentre raccontava, a denti
stretti e in un dialetto contaminato da pochissimo italiano, sistemava il mio
stipetto. All'inizio l'ha guardato storto, il mio stipetto. Che è
vecchio. Degli anni sessanta. “Vale la pena?” mi ha chiesto prima
di mettersi all'opera. Gli ho detto di sì. E che gli porterò una
foto, quando l'avrò finito. Oggi l'ho quasi finito, il mio stipetto
anni sessanta. Con i fori nelle antine per far areare l'interno.
“Quanti anni ha, signor Pasquale?”
“Tu quanti me ne dai?”
“70?”
“72”
“Complimenti.”
“Grazie.”
“Non chiuda bottega troppo presto.”
“Se era per me, non chiudevo proprio.”
* Lo stipetto è quello – ancora senza nome – nelle foto, poi ve lo faccio vedere "rammendato" :)
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