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mercoledì 1 maggio 2013

La Moda del Lavoro

 
Laptop Sheep by Michael Sowa
Dare 100 a chi chiede 10. Dare 10 a chi paga 1. Dare 1 a chi pagherà. Quando finirà la Crisi. Investire sul futuro e vestirsi di stracci. Pane, lavoro e gastrite. Il lavoro stressa. Non averlo uccide. O fa uccidere. Nessuno fa quello che vorrebbe. Ma tu che ne sai, che il lavoro ce l’hai? Una volta gli statali erano tranquilli. Meglio fare l’idraulico che il ricercatore. Meglio fare l’elettricista che il ricercatore di lavoro. Non arrivo a fine mese. Non arrivo a metà mese. Non arrivo. Non parlo inglese. Il lavoro nobilitava l’uomo. Il lavoro mobilitava la donna. Il lavoro chi ce l’ha non gli piace. Ma se lo tiene stretto. Perché non c’è lavoro. E non si deve buttare niente. Nemmeno l’immondizia. Pane e lavoro vogliamo. Ma non il 1° Maggio. Il 1° Maggio si canta. Si festeggia chi lavora, chi lavorava, chi lavorerebbe e chi lavorerà. Si coniunga il sudore della fronte. Presente imperfetto. Futuro posteriore. Lavoro nero. Arma bianca. Lavoro e non penso. Come se non esistesse un domani. Sono solo al mondo. Dipendo da lui. Se lo perdo mi perdo. E perdo. Se lo perdo non so che fare. Voglio lavorare ma non c’è lavoro. Non c’è fine alla Crisi di Nervi. C’è un nuovo governo e al Nord non fa che piovere. Il lavoro non si sceglie. Il lavoro sceglie per noi. Pensa per noi. Consuma. Trasforma. Eleva incubi e prospettive. E si festeggia ballando.

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