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giovedì 22 aprile 2010

Intervista per Radio Kaos


D: “La Prima Donna” è il tuo ultimo libro, da dove nasce l’idea di raccontare una storia in qualche modo forte?
R: La “La Prima Donna” trae ispirazione dall’esperienza di una mia cara amica che, nel 2008, ha subito un’operazione di riassegnazione chirurgica del sesso (MtF). Conosco questa persona da molti anni e – seppur romanzandolo – ho provato a descriverne il percorso, un iter psicologico, burocratico e strutturale che richiede coraggio, ma non follia come la maggior parte della gente è portata a pensare: sarebbe insano restare in un corpo “sbagliato”, senza provare a trovare la propria identità, non il contrario.

D: Da dove e da chi è uscita l’idea della foto di copertina?
R: È stata una visione! Volevo un’immagine forte, ma non troppo rivelatrice né tanto meno brutale. L’uovo a occhio di bue è un simbolo che torna spesso nel romanzo. Con occhio di bue si indica anche il faro della ribalta che, nel caso della copertina de “La Prima Donna” è puntato su un corpo femminile: Gabry, la protagonista della storia, ama essere al centro dell’attenzione, sempre e comunque. I messaggi racchiusi nella foto (scattata dalla bravissima Elisabetta Claudio) sono molti, ma preferisco lasciare a ciascuno la propria e libera interpretazione.

D: Morellini Editore, come è nata la vostra collaborazione?
R: Lavoro con la Morellini da qualche anno, ormai; il via è stato “101 Motivi per non smettere di guardare Beautiful”, il mio primo libro (uscito nel Giugno del 2007 e rieditato nel Gennaio del 2008).

D: Per la Morellini, hai scritto anche “Come Imparare a dire NO... e vivere meglio”: io sono un No Manca Lingua su molte cose, tu invece? E perché? (se volete capire al meglio questa domanda comprate il libro!)
R: Sono un NO Manca Lingua anch’io, ma lavoro alacremente per trasformarmi in un NO Madre Lingua. Il fatto stesso che mi sia posta il problema dei NO difficili da pronunciare, dei NO repressi, dei NO ingoiati controvoglia e delle conseguenze (per nulla felici) dell’eccessiva accondiscendenza fa di me una persona sensibile all’argomento e coinvolta: credo che per essere convincenti ci si debba mettere in gioco in prima persona, il tono e lo stile – ironico o no – è importante, ma persuade solo se è sincero.

D: Quando mi sono imbattuto per la prima volta in “101 Motivi per non smettere di guardare Beautiful”, io che (come tutti) lo guardo, ma (a differenza di molti) non lo nego (anzi: mi vanto di essere un esperto!) ho iniziato a leggerlo in libreria, sotto gli sguardi dei commessi che mi vedevano ridere, e l’ho finito appena giunto a casa… non puoi sapere la gioia di scoprire il blog, che continuava l’elenco dei Motivi! Mi domando e dico … finirai prima tu di scrivere delle avventure dei Forrester&Co oppure prima Beautiful (magari con la menopausa di Brooke)?
R: Be’, di sicuro andremo avanti in parallelo: finché ce la fanno loro… io gli starò col fiato sul collo! A differenza dei primi 101 Motivi (frutto di un ventennio di puntate!) il blog “parafrasa” le puntate in tempo praticamente reale e fa riferimento a fatti di cronaca, gossip e quant’altro legati al quotidiano; ogni episodio meriterebbe un post, se avessi più tempo aggiornerei il blog tutti i giorni!

D: So che hai anche curato “Beautiful – La storia completa” (Giunti Editore): la scelta della casa editrice è caduta su di te dopo che hai scritto i 101 Motivi oppure hai dovuto  dimostrare di conoscere la continuity B&B (che è molto più ingarbugliata di quella Marvel e DC Comics messa insieme!)?
R: “101 Motivi per non smettere di guardare Beautiful” è arrivato nelle mani della produzione di B&B che ha voluto incontrare me e Mauro Morellini a Roma nel 2008. David Gregg (VP, International Publicity) ci mostrò l’edizione americana da loro editata in occasione dei vent’anni della soap: si trattava di un tomo zeppo di foto, ma con un testo un po’ pedante. David sperava che noi potessimo adattarlo per creare un’edizione italiana più interattiva e divertente, sull’onda dei miei 101 Motivi. Il nostro progetto piacque alla Giunti: io e la Siscom-Morellini ne abbiamo curato ogni dettaglio, dai testi alla scelta delle foto; credo sia un buon compromesso fra il table book e la slapstick comedy fatta libro...

D: Sul blog “101 Motivi non Bastano” hai scritto un pezzo bellissimo su una tua intervista a una tv locale milanese; a pensarci mi viene ancora da ridere! Hai scritto che ti hanno chiamata, se non ricordo male, quella di Beautiful: ti da fastidio essere definita così?
R: Assolutamente sì. Ma non per la soap, ci mancherebbe! Immagino che sia stato un modo per indicarmi al volo, ma piacere non fa. Diciamo che detesto le etichette, in generale. Non vorrei neanche essere quella del NO oppure quella dei trans: i nomi serviranno pure a qualcosa, no?

D: Sei scrittrice non solo di libri ma anche di fumetti (bellissimo Fantaghenna) soprattutto sceneggiatrice Disney, hai qualche nuovo progetto a fumetti? Anche fuori dal contesto di Topolino&Co?
R: L’esperienza in Disney è durata oltre dieci anni (dal 1995 al 2006), ed è stata utilissima e formativa; Fantaghenna, Teknogeo (sceneggiature scritte su soggetti di Giovanni Gualdoni) e il mio Othon&Laiton (Paquet Editions) non sono state gratificanti come avevo sperato, ma mi hanno aiutata a uscire da sotto la campana di vetro dell’editoria seriale e “sicura” che era la Disney. Attualmente scrivo le sceneggiature (e, da un anno, anche i soggetti) dei Gormiti (Giochi Preziosi) e, alla prossima Lucca Comics, uscirà Fuochi Fatui (Edizioni BD) che vedrà la luce anche in Francia nel 2011 col nome di Alter Héroes – Feux Follets per la KSTR: ne sono molto soddisfatta, anche perché le oltre 100 tavole sono state disegnate da Alberto Ponticelli che le ha anche grigiate alla maniera del suo Blatta (Leopoldo Bloom Editore).

D: Con questo ho finito, ti ringrazio e spero di vederci presto davanti a un bel bicchiere di vino.
R: Magari a Napoli: mi sento pronta!


2 commenti:

  1. Dai, a Napoli ti vengo a trovare e ci mangiamo una signora PIZZA!
    ;)

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  2. sarebbe il massimo! però ci devo andare un po' coi piedi di balsa (capisci a me), in ogni caso, nulla è ancora deciso...

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