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domenica 21 dicembre 2008

199 – PICCOLI AMICI CRESCONO

C’erano una volta gli amici immaginari. Prenda un tè con me, signora cara, dicevano le bambine alle bambole mentre versavano liquido inesistente in micro tazzine di plastica; facciamo che ti insegno a volare, ordinavano i bambini ai robot un secondo prima di gettarli dal quinto piano: tenuti per mano da esseri fantasiosi e perfetti, nella solitudine delle loro camerette, i bimbi non erano mai del tutto soli.

C’erano un’altra volta gli amici a quattro zampe. Vediamo come schizza!, ghignavano i ragazzini piazzando una molletta da bucato sulla coda del gatto domestico; Proviamo una nuova acconciatura, cantilenavano le ragazzine cotonando il pechinese della mamma: sopportati da esseri ascetici, i ragazzi testavano il proprio sadismo sugli animali, come specialisti in erba della cosmesi.

C’erano un’altra volta ancora gli amici di scuola, ma fu un’era di brufoli, studi forzati, emicranie e rivalità che batté la ritirata appena poté.

E, dopo un lungo periodo di delusioni, amicizie sfumate, difficili e fasulle, quando i giovani uomini e le giovani donne avevano pressoché smesso di sperare, finalmente, arrivarono loro: gli amici virtuali! Ogni giorno divenne un giorno valido per accettarne di nuovi, ritrovarne di vecchi e diventare fan di se stessi. In pochi minuti gli amici virtuali fondarono un impero e dovettero suddividerlo in gruppi e sottogruppi. L’arcobaleno si chiamò battibaleno e acquisì altri 6.993 colori. I sorrisi si trasformarono in punteggiatura, le canzoni in link, le persone in stickers. La gente smise di leggere, di guardare la tv e di uscire. Tutto filava e si fondeva. Fu meglio che vivere una soap-opera. Fu il massimo. Non vi furono più delusioni, zero odori, niente voci stridule: nessun contatto, ma un mare di contatti.

La gente si rese conto di non aver mai avuto così tanti amici: baci, visite, abbracci, incontri, matrimoni, divorzi… tutto divenne virtuale, e così restò.

6 commenti:

  1. Questo percorso verso un mondo virtuale denso e iperdinamico -ma decisamente autoreferenziale e avulso- riecheggia i temi della fantascienza d'autore col tocco leggero della satira più sottile.
    E anche la solitudine dei bambini con amici immaginari, di fronte a questo contemporaneo (e più "adulto") autismo internettaro, scuote il capo in segno di sdegno.
    Bellissimo post. E dal numero decisamente futuristico...

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  2. 199 odissea nell'iperspazio.
    merci, mon cher.

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  3. tu riesci sempre a vincere il mio atavico fastidio nel leggere ogni cosa che superi le tre righe su di uno schermo.

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  4. mi sa che sei una mosca bianca... grazie!!!

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  5. e fu in pratica un ritorno agli amici immaginari.. un mare di amici immaginari..che filano e (in)fondono ipertesti alla mia costante autoreferenzialità.

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  6. già, ma gli amici virtuali scrivono ipertesti, quelli immaginari supertesti. il pontenziale cambia...

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