192 – OGGETTIVITÀ & SOGGETTIVITÀ

Non è bello ciò che è brutto.

Qual è il confine fra la realtà e la proiezione su maxischermo di essa? Gli innamorati, per esempio, sono fieri di avere odorose fette di soppressata sugli occhi e di trovare meraviglioso, sincero, fedele e raro - se non unico - il proprio beneamato. Come Donna che chiama Eric orsacchiottino dolce e non vecchio orso grigio. O come Rick che vede in Taylor una femmina da montare senza posa e non la sua ritoccata - e un po’ toccata - ex suocera alcolizzata. Oppure Katie che, folgorata da improvviso colpo di saetta biforcuta, nota che Nick non è niente male e si mordicchia il gomito per averlo riproposto in salsa rosa e gambaletti alla nipote Bridget. E, mentre Brooke assicura alla figlia che non sarà lei, la mamma, a portarle di nuovo via l’uomo - ci penserà la zia! - Ridge scopre che Ashlay è bellissima e sexy… molto più di quando l’ha mollata per tornare con Brooke.

Non è brutto ciò che è brutto (in mancanza d’altro).

Nessuna oggettività in Beautiful. E nella vita “vera”, la nostra? 
Immaginate un reality-esperimento in cui si costringano due famiglie e una manciata di amici-cavie di laboratorio in due case limitrofe e oltremodo kitsch, e si tolgano loro tutte le vie di fuga possibili - a parte suicidio e omicidio - in uno spazio tempo ripiegato su se stesso e pressoché infinito. Che cosa accadrebbe dopo poche, pochissime settimane? Semplicemente quello che accade ai ragazzi del GF, ai naufraghi sull’Isola dei Famosi, ai microbi e ai virus nell’aria, ai politici in Parlamento e ai galeotti in prigione: Sodoma e Gomorra ma senza distruzione divina e senza cliffhanger il venerdì che per gli effetti speciali non ci sono più soldi.