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sabato 4 luglio 2020

Dark


Questo post è riservato ai miei amici nerd e contiene SPOILER su Dark, serie di punta di Netflix, quindi non leggerlo se non vuoi rovinarti le (brutte) sorprese.👺

Dark è un pacco.
La prima stagione mi è piaciuta tantissimo, la seconda avrebbe forse potuto salvarla la terza, che invece è un pasticcio incomprensibile.

I conti non tornano nemmeno col deus ex machina finale: una fantomatica e mai citata terza dimensione, origine del nodo.

Il plot inizia a imbarcare acqua con la chiusa della seconda stagione, nella quale sbuca la Martha con la frangetta della seconda dimensione: una dura con una palletta tecnologica che pare rubata ad Artemis Fowl che niente sa ma che tutto fa. Come ogni personaggio del resto, che se fosse stato semplicemente fermo avrebbe fatto zero danni.

A un certo punto della seconda stagione si scatena un traffico spazio-tempo-dimensionale che è una follia: il ciclo dei 33 anni (che ci stava) va a farsi benedire, tutti i personaggi si spostano dove gli pare (per bloccarsi in un'epoca ad minchiam) senza usare il tunnel del vento nella caverna di Batman. Qualcuno usa le pallette di Fowl, qualcun altro il pallone antimaterico/particella di Dio/buco nero/materia oscura creato da Adam & soci nel passatissimo. Altri il cunicolo/portale che, ora è aperto, ora è chiuso, ora è in costruzione, ora ancora non esiste. Ah, certo: c'è pure un tunnel di luce e stelline (come e chi l'abbia scoperto non c'è dato saperlo) che mescola escamotage già usati, e bene, in Interstellar e in Twin Peaks.

Andando al sodo.
Mikkel figlio di Ulrich e di Katharina finisce nel 1986, cresce, e nel 2019 (dopo aver sposato Hannah, che ha un nome palindromo non a caso, ed essere diventato padre di SiamoFattiPerStareInsiemeJonas) si suicida.
Ora, se uno ti concede per buona sta "leggerezza" che sfancula l'ABC del paradosso una volta, fattela bastare, no? Non è che poi devi/puoi usare lo stesso meccanismo - per raccontare che l'inzio e la fine sono pari e patta - fino a rendere ogni personaggio padre o nonno (o madre e nonna) di se stesso o viceversa.

Non devi/puoi per almeno due motivi:

1. Beautiful lo fa da 30 anni senza ricorrere ai viaggi nel tempo.

2. Quando arrivano nel futuro o nel passato, i personaggi non hanno perso la memoria, per cui perché mai dovrebbero andare a letto (leggi farsi ingravidare o ingravidare) dai loro zii, amici grandi dei loro genitori o nemici?

Prendi Mikkel.
Non ha certo due mesi, e manco due anni, quando si perde nel 1986, Hannah è la madre del suo amico "dammi il pugno" Jonas, e lui se la ricorda bene: ti pare normale che se la sposa e diventa il padre di Jonas? Lui lo chiama Jonas, quindi lo sa chi diventerà.

Con lo stesso pelo sullo stomaco, Elisabeth - che sopravvive all'Apocalisse ma che non cresce nell'inverno nucleare post 2019 perché se ne va nel 1950 o giù di lì insieme a Noah - sposa il "prete" che aveva incontrato da piccola (quello che le dà l'orologio per sua madre e che potrebbe essere il responsabile della scomparsa dei ragazzini) e dà alla luce una bambina: perché cazzo la chiama Charlotte? Perché sa che diventerà sua madre oppure a suo memento? E poi, perché c'è un'altra Elisabeth (che ha la faccia tumefatta e un occhio orbo ma non se ne scopre mai il motivo) nel 2020? E perché questa va nel passato per rapire la piccola Charlotte in compagnia della grande Charlotte? Per portarla dove? Quante minchia di Charlotte servono per farne una buona?

Ma pure Hannah.
Prima non crede ai viaggi nel tempo, poi sì, poi va a trovare Ulrich negli anni Cinquanta, resta incinta di Tiedemann che vuole farla abortire perché è sposato con una tipa che si fa Agnes la sorella di Noah. Allora Hannah, forse battendo i tacchi rossi come Dorothy de Il Mago di Oz, se la fila nel passatissimo con sua figlia Silji (personaggio inutile/indispensabile che nel futuro incontra Jonas e che se ne va in villeggiatura nel passato, sposa Bartosh e dà alla luce Noah e poi muore di parto dando al buio Agnes) per trovare riparo/consolazione/dimora presso il butterato figlio Adam che però l'ammazza.
Perché. Diavolo. L'ammazza.?.

Voglio sprecare ancora qualche parola su Claudia Tiedemann e sul fantomatico Adam che ho sperato fino all'ultimo fosse Bartosh. O qualcun altro. Magari il poliziotto inutile con l'occhio guercio - e senza un braccio nella seconda dimensione - che fino all'ultimo ci piglia per il culo con l'estate delimortaccisua.

A proposito di Claudia.
La madre di Regina ha capito che il fulcro del ginepraio è la centrale nucleare e i rifiuti tossici sepolti e poi disseppelliti dal commissario più inutile della storia delle serie TV, il fratello del vero Alexander Köhler. Meglio non aprire altre parentesi. Bon, senza colpo ferire, Claudia inizia ad andare avanti e indietro nel tempo, va nel futuro, nel passato, poi nella seconda dimensione e ricomincia tutto daccapo: uccide, consegna messaggi sibillini e progetti che confondono chiunque, soprattutto noi, uccide suo padre, spara alla Claudia della seconda dimensione, pedina e stalkera Jonas per essere sicura che il futuro Adam non faccia altre cazzate romantiche, e fa di tutto perché la storia si ripeta identica a se stessa. E poi, ta-dah! Di colpo capisce che il nodo da sciogliere è in una terza fondamentale dimensione, e che impedendo l'incidente - che fa dare di matto l'orologiaio/scienziato matto - Martha (Eva) e Jonas (Adam) non esisteranno più in nessuna dimensione ma almeno salveranno tutti e quattro i Gatti di Vicolo Miracoli della, credo, terza dimensione. Ma come diavolo fa a saperlo considerando che:

A. È morta.

B. Ha fatto di tutto per sopravvivere e perpetrare il ciclo dei 33 anni. Arriva da una quarta dimensione ai confinissimi della realtà?

A proposito di Adam.
Adam, che è Jonas, è nato da un paradosso come la Martha con la frangetta della seconda dimensione. E vabbè.
Già mi costringi ad accettare il fatto che da tenerone che si spezza con un grissino da vecchio si trasformi in un assassino schizzato, ma perché cavolo i viaggi nel tempo butterano solo la sua di faccia?!? Perché gli altri (Claudia e Martha, in primis) non hanno subito gli effetti distruttivi delle radiazioni come il David Robert Jones del (bellissimo) Fringe?

Le cose sono due: o io non ci ho capito una mazza, oppure non c'è niente da capire. Un vero peccato.
Attori, musiche e fotografia bomba, ma per chi ama le storie decisamente non basta.

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