È da un po' che penso
alla bellezza.
Ci sono momenti in cui
faccio davvero fatica a vederla, altri in cui ogni cosa mi sembra
grandiosamente illuminata. In quest'ultimo periodo mi sto domandando
se, gusto personale a parte, le “opere realizzate a regola d'Arte”
siano ben fatte agli occhi dei più o viceversa.
Un'opera ben realizzata –
che sia un testo, una fotografia, un disegno, un piatto,
un'architettura, una canzone o qualsiasi altra creazione partorita
dall'essere umano – è ben realizzata senza tema di smentita,
oppure può essere confusa ed equiparata a un facsimile mediocre,
raffazzonato, taroccato o addirittura scadente? La differenza è
lampante solo agli addetti ai lavori? Ma soprattutto, esistono ancora
gli addetti ai lavori?
“La bellezza salverà
il mondo.”
Questa massima me l'hanno
propinata centinaia di volte. Per incoraggiarmi o per chiudere sul
nascere una possibile polemica. Okay. Io ci sto. Sul serio! Se la
bellezza, alla fine, ci salverà tutti... a me sta bene, anzi
benissimo, anche se mi piacerebbe sapere quando. Ma chi ha l'oneroso
compito di proteggerla, la bellezza? E se quello che compriamo,
vendiamo, realizziamo o sogniamo non fosse neanche lontanamente
paragonabile a qualcosa di bello e noi – ostruiti, disabituati,
indolenti, ignoranti o disamorati – avessimo ormai del tutto perso
la capacità di riconoscerla, la bellezza?
La strada che abbiamo
intrapreso non preannuncia nulla di buono. Se una richiesta economica
è fuori budget, il
committente sa in partenza – e difficilmente sbaglia – che
qualcun altro farà quello stesso lavoro per meno della metà del
compenso preventivato dal primo stronzo. E fin qui nulla di nuovo. La
novità è che se fino a qualche tempo fa chi anteponeva l'economia
alla qualità sapeva perfettamente che il risultato sarebbe stato
dozzinale, ora sa solo che ha “fatto goal” e che ha risparmiato
un mucchio di soldi, perché non sa più riconoscere la differenza
fra un'opera fatta a regola d'Arte e una cagata colossale.
A
parità di costo, siamo ancora capaci di scegliere in base alla
raffinatezza, alla costruzione, allo stile, alle proprietà e
all'armonia oppure un'opzione vale l'altra? Di cosa ci circondiamo
quando le cose, ai nostri occhi, si somigliano tutte? Cosa vediamo
quando non sappiamo più osservare? Forse dell'altro, ma non
bellezza.
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