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lunedì 22 gennaio 2018

La bellezza





È da un po' che penso alla bellezza.

Ci sono momenti in cui faccio davvero fatica a vederla, altri in cui ogni cosa mi sembra grandiosamente illuminata. In quest'ultimo periodo mi sto domandando se, gusto personale a parte, le “opere realizzate a regola d'Arte” siano ben fatte agli occhi dei più o viceversa.

Un'opera ben realizzata – che sia un testo, una fotografia, un disegno, un piatto, un'architettura, una canzone o qualsiasi altra creazione partorita dall'essere umano – è ben realizzata senza tema di smentita, oppure può essere confusa ed equiparata a un facsimile mediocre, raffazzonato, taroccato o addirittura scadente? La differenza è lampante solo agli addetti ai lavori? Ma soprattutto, esistono ancora gli addetti ai lavori?

“La bellezza salverà il mondo.”

Questa massima me l'hanno propinata centinaia di volte. Per incoraggiarmi o per chiudere sul nascere una possibile polemica. Okay. Io ci sto. Sul serio! Se la bellezza, alla fine, ci salverà tutti... a me sta bene, anzi benissimo, anche se mi piacerebbe sapere quando. Ma chi ha l'oneroso compito di proteggerla, la bellezza? E se quello che compriamo, vendiamo, realizziamo o sogniamo non fosse neanche lontanamente paragonabile a qualcosa di bello e noi – ostruiti, disabituati, indolenti, ignoranti o disamorati – avessimo ormai del tutto perso la capacità di riconoscerla, la bellezza?

La strada che abbiamo intrapreso non preannuncia nulla di buono. Se una richiesta economica è fuori budget, il committente sa in partenza – e difficilmente sbaglia – che qualcun altro farà quello stesso lavoro per meno della metà del compenso preventivato dal primo stronzo. E fin qui nulla di nuovo. La novità è che se fino a qualche tempo fa chi anteponeva l'economia alla qualità sapeva perfettamente che il risultato sarebbe stato dozzinale, ora sa solo che ha “fatto goal” e che ha risparmiato un mucchio di soldi, perché non sa più riconoscere la differenza fra un'opera fatta a regola d'Arte e una cagata colossale.

A parità di costo, siamo ancora capaci di scegliere in base alla raffinatezza, alla costruzione, allo stile, alle proprietà e all'armonia oppure un'opzione vale l'altra? Di cosa ci circondiamo quando le cose, ai nostri occhi, si somigliano tutte? Cosa vediamo quando non sappiamo più osservare? Forse dell'altro, ma non bellezza.

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