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martedì 20 settembre 2016

Se mi lasci non cancello


 
Seven Magic Mountains art installation by Ugo Rondinone (Las Vegas)

Ti diranno che quando si chiude una porta si apre un portone. Che è meglio sia accaduto ora piuttosto che poi. Che non ti meritava. Che nessuno ha trovato il coraggio di sottolineare alcuni suoi atteggiamenti sospetti perché tu eri tanto tanto innamorata, ma che era davvero evidente che le cose avessero preso una brutta piega. Forzata. Che eri la sola a sacrificarti. A cercare compromessi che appianassero le vostre divergenze. La sola a oliare gli ingranaggi della vostra convivenza. Te lo diranno quando ti avrà lasciata. O, più probabilmente, quando ti avrà portato all’esasperazione e si sarà fatto mollare. Che fa male uguale, ma per lui è più comodo.

In un modo perfetto, nessuno proverebbe a parlarti di lui e di quel che eravate, perché saprebbe che peccherebbe di superficialità. Il tuo dolore sarebbe rispettato. Gli affetti che ti circondano non cercherebbero di riempire i tuoi vuoti, ma si limiterebbero ad attutire l’eco che rimbomba nel tuo corpo debilitato. Amici e parenti dovrebbero trovare il coraggio di sorriderti e tacere, diventando il materasso sul quale farti atterrare ogni volta che cadrai. Perché accadrà. Molte volte.

Per quanto giusta, inevitabile, attesa o guaritrice, la tua è stata una perdita. Un lutto. Il mal d’amore non farà più tendenza, ma continua ad annichilire. Tipo elettroshock. Lascia perdere chi ti dice dai retta a me che ci sono già passata: gli uomini sono tutti uguali, perché non è vero. Ogni storia è diversa. Persino quella col finale più banale del mondo.

Con una lentezza che ti parrà immobile, smetterai di dire noi e riscoprirai l’emozione solitaria di parlare di te al singolare. Senza rendertene conto, inizierai a rifare le cose che ti appassionavano prima di stare con lui e che, per una forma di dedizione probabilmente non richiesta, avevi messo in stand by. Dimenticandole. Indosserai quello che piace a te, non quello che lo eccitava. Un pezzo alla volta, butterai i vestiti della tua vita con lui, quelli che, una volta, ti toglieva baciandoti. Non li brucerai né li lancerai dal balcone. Semplicemente non ti piaceranno più, e dopo un anno circa, li metterai dentro un sacco nero in un bidone giallo. Dovrai fare un lungo lavoro. Con te stessa. A un certo punto avrai voglia di baciare qualcun altro, e lo farai. Inizierai un’altra storia. Completamente diversa. Una relazione nella quale potrai continuare a dire io: ti aiuterà a limitare le responsabilità, perché per un lungo periodo basterai a te stessa, e a nessun altro. Anche se sembrerai di nuovo in piedi. In forma al 100%. Rinata.

Non ascoltare le chiacchiere. Non permettere ai luoghi comuni e all’odio degli altri di rovinare i tuoi ricordi. Se devi odiare, odia le abitudini e il tempo che se la prende troppo comoda prima di guarire le ferite. Quando riuscirai ad apprezzare le tue nuove cicatrici sarai finalmente in grado di affrontare il fantasma dell’amore passato: quel giorno lo chiamerai per nome, non con il nomignolo idiota che gli avevi dato per abbracciarlo con ogni parola. Quel giorno avrai la testa alta e riuscirai persino a sorridergli perché il tuo cuore malandato l’avrà perdonato e la tua mente, con i suoi tempi, alla fine farà lo stesso.

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