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mercoledì 22 gennaio 2014

Le Fole_ I fratelli Grimm in Altre Parole

Jacob Ludwig Karl & Wilhelm Karl Grimm
 Zucchetto Cremisi

C’era un tempo una zuccherosa fantolina[1] amata da tutti, soprattutto dalla sua Ardea Cinerea[2] che ignorava quale oggetto donarle per compiacerla. L’Ardea Cinerea optò per uno zucchetto[3] di felpetta color cremisi[4] e, siccome le cadeva a pennello, la fantolina non volle più toglierselo, tanto che il suo nome divenne Zucchetto Cremisi.
“Avvicinati, Zucchetto Cremisi!” le chiese un dì la sua genitrice, “tieni un pezzo di calzone e una boccia di novello, consegnali all’Ardea Cinerea; è debilitata e indisposta e magari l’aiuterà a rimettersi. Sii affabile, portale i miei omaggi e, mi raccomando, non abbandonare la strada principale  o inciamperai, frantumerai la boccia e l’Ardea Cinerea rimarrà a bocca asciutta.”
“Va bene, farò tutto a regola d’arte” giurò Zucchetto Cremisi salutando la genitrice.
L’Ardea Cinerea alloggiava in periferia, nei pressi di una riserva naturale, a trenta minuti dal paese: quando Zucchetto Cremisi ci arrivò, s’imbatté in un Edace[5], ma siccome ignorava che fosse un essere pericoloso, non si spaventò.
“Salve, Zucchetto Cremisi” fece l’Edace.
“Buongiorno” rispose Zucchetto Cremisi.
“Dove ti rechi, a quest’ora?”
“Dalla mia Ardea Cinerea.”
“E che cosa nascondi?
“Una boccia di Novello e calzone farcito per lei che è debilitata e anziana: ieri abbiamo cucinato prodotti da forno, in modo che possa riprendersi!”
“E dove dimora la tua Ardea Cinerea, Zucchetto Cremisi?”
“A quindici minuti da dove siamo ora, nei pressi della riserva naturale, ai piedi di tre alberi enormi; lì c’è la sua villetta, ma ne sarai già a conoscenza” fece Zucchetto Cremisi.
L’Edace si disse: Codesta fantolina morbida morbida pare un ottimo assaggino, devo riuscire a metterla nel sacco. 
Dopo qualche metro di cammino con Zucchetto Cremisi, l’Edace azzardò: “Osserva quante infiorescenze ci sono in questa riserva naturale, Zucchetto Cremisi; perché non dai un’occhiata più approfondita in giro? Scommetto che non ti sei  accorta di quanto cinguettino amabilmente i passerotti! Sei talmente compìta che sembra che tu stia andando a lezione, invece questa riserva è così piacevole...”
Zucchetto Cremisi guardò in alto, e quando intravide gialli fasci di calore penetrare fra gli arbusti e infiorescenze in ogni dove, decise: “Se regalo all’Ardea Cinerea un fastello[6] profumato la farò felice; sono così in anticipo che non farò tardi.” E si precipitò nella riserva naturale in cerca di lillà e simili. Ogni volta che ne staccava uno dal gambo, temeva che oltre il suo naso ce ne fosse un altro ancora più incantevole, e sgambettando in ogni  direzione s’inoltrò, senza accorgersene, nel fitto della riserva naturale.
L’Edace non perse tempo,  corse alla villetta dell’Ardea Cinerea e picchiò sul battente dell’ingresso.
“Chi va là?”
“Zucchetto Cremisi! Ho con me Novello e calzone, fammi entrare.”
“Ti basta sollevare il chiavistello” urlò l’Ardea Cinerea, “io sono eccessivamente flebile e non riesco a mettermi in piedi.”
L’Edace sollevò il chiavistello, varcò l’ingresso, e senza ulteriori indugi raggiunse il giaciglio dell’Ardea Cinerea e la fagocitò. Poi si calò nei suoi panni, si sistemò la berretta in testa e si distese sul giaciglio a baldacchino chiudendone i tendaggi.
Quando Zucchetto Cremisi ebbe le braccia piene di lillà, margherite e papaveri che non avrebbe potuto reggerne di altri, le tornò in mente l’Ardea Cinerea e fece ritorno alla strada principale per raggiungerla. Una volta sull’uscio, si stupì che fosse aperto, e varcandolo provò un’emozione bizzarra che la indusse a riflettere: “Oh, Signore! Che fifa! E pensare che generalmente la compagnia dell’Ardea Cinerea mi diverte tanto!” A quel punto si appropinquò al giaciglio a baldacchino e ne spostò il tendaggio: l’Ardea Cinerea era sdraiata con la berretta calcata sul viso e aveva un atteggiamento inquietante.
“Oh, Ardea Cinerea, che padiglioni auricolari[7] importanti!”
“Per udirti nel migliore dei modi.”
“Oh, Ardea Cinerea, che bulbi oculari[8] sporgenti!”
“Per rimirarti al massimo.”
“Oh, Ardea Cinerea, che organi prensili[9] giganti!”
“Per accarezzarti per bene.”
“Ma, Ardea Cinerea, che orifizio facciale[10] disgustoso!”
“Per sbranarti come Dio comanda!”
E, finita la frase, l’Edace saltò giù dal baldacchino e ingollò la disgraziata Zucchetto Cremisi. Poi, col ventre gonfio, si infilò di nuovo sotto le coperte, si assopì e prese a grufolare della grossa. In quel momento, un bracconiere si avvicinò alla villetta e si disse: “Come russa, l’ottuagenaria[11]! Sarà meglio controllare.”
Il bracconiere varcò l’ingresso della villetta e, accostandosi al giaciglio a baldacchino si ritrovò faccia a faccia con lo stesso Edace al quale dava la caccia da anni. Proprio mentre stava per premere il grilletto del suo fucile, pensò che c’era la possibilità che l’Edace avesse fatto un sol boccone dell’Ardea Cinerea, e che lui avrebbe ancora potuto soccorrerla. Dunque non fece fuoco, ma agguantò una cesoia e squartò il ventre dell’Edace che riposava satollo[12]. Dopo un paio di forbiciate, notò splendere lo zucchetto color cremisi, e dopo un altro paio di tagli la fantolina sbucò urlando: “Che spavento che mi sono presa! Era tutto scuro nel ventre dell’Edace!” Dopodiché emerse anche l’Ardea Cinerea, indenne anch’essa. Zucchetto Cremisi corse a recuperare dei grossi macigni coi quali lei e il bracconiere rimpinzarono la pancia dell’Edace: nel momento in cui si destò e provò a scappare, i sassi erano talmente possenti che, in men che non si dica, l’animale stramazzò al suolo. Tutti poterono ritenersi soddisfatti. Il bracconiere si portò a casa la cotenna[13] dell’Edace, l’Ardea Cinerea si pappò il calzone e trangugiò il Novello, e Zucchetto Cremisi si disse: “guai a me se mi azzardo di nuovo a inoltrarmi nella riserva naturale abbandonando la strada principale, soprattutto se la mia genitrice me lo ha vietato.”

Si narra che quando Zucchetto Cremisi tornò dall’Ardea Cinerea per farle dono di un nuovo calzone, un altro Edace cercò di abbordarla e provò a persuaderla a cambiare percorso. Zucchetto Cremisi, però, non gli diede retta, e non abbandonò la strada principale. Poi raccontò all’Ardea Cinerea di aver avvistato un altro Edace visibilmente invasato.
“Se non fossimo stati in mezzo alla gente, mi avrebbe divorata!”
“Entra” disse l’Ardea Cinerea, “e blocca l’ingresso così lui resta fuori.”
Di lì a un attimo, l’Edace si fece sentire: “Fammi entrare, Ardea Cinerea, sono Zucchetto Cremisi e ho qui del calzone per te.”
Le due restarono mute e non lo lasciarono entrare; allora il perfido Edace aggirò la villetta e balzò sul terrazzo per attendere l’ora in cui Zucchetto Cremisi se ne sarebbe tornata a casa: aveva intenzione di pedinarla quatto quatto per poi papparsela in un angolino tranquillo. Ma l’Ardea Cinerea ne intuì il  piano. Sulla parte anteriore della villetta c’era un largo abbeveratoio di roccia e si rivolse alla fantolina: “Ieri ho cucinato le salamelle; Zucchetto Cremisi, riempi un catino e versa nell’abbeveratoio il brodo dove si sono lessate.” Zucchetto Cremisi versò brodo fino a quando la grande vasca non ne fu ricolma. In quell’istante, l’aroma delle salamelle raggiunse le narici dell’Edace il quale prese ad annusare e a cercare dabbasso. Si protese talmente tanto che sdrucciolò fino a cadere nell’abbeveratoio dove annegò. Zucchetto Cremisi fece rincasò giuliva, e neanche un’anima osò torcerle un capello.


[1]   Fantolina: bambina, fanciulla.
[2]   Ardea Cinerea: Airone, Sgarza, Berta, Nonna.
[3]   Zucchetto: copricapo a forma di piccola calotta sferica generalmente di colore rosso.
[4]   Cremisi: tonalità molto accesa di rosso.
[5]   Edace: colui che divora, vorace, ingordo.
[6]   Fastello: mazzetto, fascina, bouquet.
[7]   Padiglioni auricolari: orecchie.
[8]   Bulbi oculari: occhi.
[9]   Organi prensili: mani.
[10] Orifizio facciale: bocca.
[11] Ottuagenaria: chi ha ottant'anni d'età.
[12] Satollo: sazio.
[13] Cotenna: pelle dura, spessa e setolosa.

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