Jacob Ludwig Karl & Wilhelm Karl Grimm |
Zucchetto
Cremisi
C’era
un tempo una zuccherosa fantolina[1]
amata da tutti, soprattutto dalla sua Ardea Cinerea[2]
che ignorava quale oggetto donarle per compiacerla. L’Ardea Cinerea optò per uno zucchetto[3]
di felpetta color
cremisi[4] e, siccome le cadeva a pennello, la fantolina non volle più
toglierselo, tanto che il suo nome divenne Zucchetto Cremisi.
“Avvicinati,
Zucchetto Cremisi!” le chiese un dì la sua genitrice, “tieni un pezzo di
calzone e una boccia di novello, consegnali all’Ardea Cinerea; è debilitata e
indisposta e magari l’aiuterà a rimettersi. Sii affabile, portale i miei omaggi
e, mi raccomando, non abbandonare la strada principale o inciamperai,
frantumerai la boccia e l’Ardea Cinerea rimarrà a bocca asciutta.”
“Va
bene, farò tutto a regola d’arte” giurò Zucchetto Cremisi salutando la genitrice.
L’Ardea
Cinerea alloggiava in periferia, nei pressi di una riserva naturale, a trenta
minuti dal paese: quando Zucchetto Cremisi ci arrivò, s’imbatté in un Edace[5],
ma siccome ignorava che fosse un essere pericoloso, non si spaventò.
“Salve,
Zucchetto Cremisi” fece l’Edace.
“Buongiorno”
rispose Zucchetto Cremisi.
“Dove
ti rechi, a quest’ora?”
“Dalla
mia Ardea Cinerea.”
“E
che cosa nascondi?
“Una
boccia di Novello e calzone farcito per lei che è debilitata e anziana: ieri
abbiamo cucinato prodotti da forno, in modo che possa riprendersi!”
“E
dove dimora la tua Ardea Cinerea, Zucchetto Cremisi?”
“A
quindici minuti da dove siamo ora, nei pressi della riserva naturale, ai piedi
di tre alberi enormi; lì c’è la sua villetta, ma ne sarai già a conoscenza”
fece Zucchetto Cremisi.
L’Edace
si disse: Codesta fantolina morbida morbida pare un ottimo assaggino, devo
riuscire a metterla nel sacco.
Dopo qualche metro di cammino con Zucchetto
Cremisi, l’Edace azzardò: “Osserva quante infiorescenze ci sono in questa
riserva naturale, Zucchetto Cremisi; perché non dai un’occhiata più
approfondita in giro? Scommetto che non ti sei accorta di quanto cinguettino amabilmente i passerotti! Sei
talmente compìta che sembra che tu stia andando a lezione, invece questa
riserva è così piacevole...”
Zucchetto
Cremisi guardò in alto, e quando intravide gialli fasci di calore penetrare fra
gli arbusti e infiorescenze in ogni dove, decise: “Se regalo all’Ardea Cinerea
un fastello[6] profumato la
farò felice; sono così in anticipo che non farò tardi.” E si precipitò nella
riserva naturale in cerca di lillà e simili. Ogni volta che ne staccava uno dal
gambo, temeva che oltre il suo naso ce ne fosse un altro ancora più
incantevole, e sgambettando in ogni
direzione s’inoltrò, senza accorgersene, nel fitto della riserva
naturale.
L’Edace
non perse tempo, corse alla
villetta dell’Ardea Cinerea e picchiò sul battente dell’ingresso.
“Chi
va là?”
“Zucchetto
Cremisi! Ho con me Novello e calzone, fammi entrare.”
“Ti
basta sollevare il chiavistello” urlò l’Ardea Cinerea, “io sono eccessivamente
flebile e non riesco a mettermi in piedi.”
L’Edace
sollevò il chiavistello, varcò l’ingresso, e senza ulteriori indugi raggiunse
il giaciglio dell’Ardea Cinerea e la fagocitò. Poi si calò nei suoi panni, si
sistemò la berretta in testa e si distese sul giaciglio a baldacchino
chiudendone i tendaggi.
Quando
Zucchetto Cremisi ebbe le braccia piene di lillà, margherite e papaveri che non
avrebbe potuto reggerne di altri, le tornò in mente l’Ardea Cinerea e fece
ritorno alla strada principale per raggiungerla. Una volta sull’uscio, si stupì
che fosse aperto, e varcandolo provò un’emozione bizzarra che la indusse a
riflettere: “Oh, Signore! Che fifa! E pensare che generalmente la compagnia
dell’Ardea Cinerea mi diverte tanto!” A quel punto si appropinquò al giaciglio
a baldacchino e ne spostò il tendaggio: l’Ardea Cinerea era sdraiata con la
berretta calcata sul viso e aveva un atteggiamento inquietante.
“Oh,
Ardea Cinerea, che padiglioni auricolari[7]
importanti!”
“Per
udirti nel migliore dei modi.”
“Oh,
Ardea Cinerea, che bulbi oculari[8]
sporgenti!”
“Per
rimirarti al massimo.”
“Oh,
Ardea Cinerea, che organi prensili[9]
giganti!”
“Per
accarezzarti per bene.”
“Ma,
Ardea Cinerea, che orifizio facciale[10]
disgustoso!”
“Per
sbranarti come Dio comanda!”
E,
finita la frase, l’Edace saltò giù dal baldacchino e ingollò la disgraziata
Zucchetto Cremisi. Poi, col ventre gonfio, si infilò di nuovo sotto le coperte,
si assopì e prese a grufolare della grossa. In quel momento, un bracconiere si
avvicinò alla villetta e si disse: “Come russa, l’ottuagenaria[11]!
Sarà meglio controllare.”
Il
bracconiere varcò l’ingresso della villetta e, accostandosi al giaciglio a
baldacchino si ritrovò faccia a faccia con lo stesso Edace al quale dava la
caccia da anni. Proprio mentre stava per premere il grilletto del suo fucile,
pensò che c’era la possibilità che l’Edace avesse fatto un sol boccone
dell’Ardea Cinerea, e che lui avrebbe ancora potuto soccorrerla. Dunque non
fece fuoco, ma agguantò una cesoia e squartò il ventre dell’Edace che riposava
satollo[12].
Dopo un paio di forbiciate, notò splendere lo zucchetto color cremisi, e dopo
un altro paio di tagli la fantolina sbucò urlando: “Che spavento che mi sono
presa! Era tutto scuro nel ventre dell’Edace!” Dopodiché emerse anche l’Ardea
Cinerea, indenne anch’essa. Zucchetto Cremisi corse a recuperare dei grossi
macigni coi quali lei e il bracconiere rimpinzarono la pancia dell’Edace: nel
momento in cui si destò e provò a scappare, i sassi erano talmente possenti
che, in men che non si dica, l’animale stramazzò al suolo. Tutti poterono
ritenersi soddisfatti. Il bracconiere si portò a casa la cotenna[13]
dell’Edace, l’Ardea Cinerea si pappò il calzone e trangugiò il Novello, e
Zucchetto Cremisi si disse: “guai a me se mi azzardo di nuovo a inoltrarmi
nella riserva naturale abbandonando la strada principale, soprattutto se la mia
genitrice me lo ha vietato.”
Si
narra che quando Zucchetto Cremisi tornò dall’Ardea Cinerea per farle dono di
un nuovo calzone, un altro Edace cercò di abbordarla e provò a persuaderla a
cambiare percorso. Zucchetto Cremisi, però, non gli diede retta, e non
abbandonò la strada principale. Poi raccontò all’Ardea Cinerea di aver
avvistato un altro Edace visibilmente invasato.
“Se
non fossimo stati in mezzo alla gente, mi avrebbe divorata!”
“Entra”
disse l’Ardea Cinerea, “e blocca l’ingresso così lui resta fuori.”
Di
lì a un attimo, l’Edace si fece sentire: “Fammi entrare, Ardea Cinerea, sono
Zucchetto Cremisi e ho qui del calzone per te.”
Le
due restarono mute e non lo lasciarono entrare; allora il perfido Edace aggirò
la villetta e balzò sul terrazzo per attendere l’ora in cui Zucchetto Cremisi
se ne sarebbe tornata a casa: aveva intenzione di pedinarla quatto quatto per
poi papparsela in un angolino tranquillo. Ma l’Ardea Cinerea ne intuì il piano. Sulla parte anteriore della
villetta c’era un largo abbeveratoio di roccia e si rivolse alla fantolina:
“Ieri ho cucinato le salamelle; Zucchetto Cremisi, riempi un catino e versa
nell’abbeveratoio il brodo dove si sono lessate.” Zucchetto Cremisi versò brodo
fino a quando la grande vasca non ne fu ricolma. In quell’istante, l’aroma
delle salamelle raggiunse le narici dell’Edace il quale prese ad annusare e a
cercare dabbasso. Si protese talmente tanto che sdrucciolò fino a cadere
nell’abbeveratoio dove annegò. Zucchetto Cremisi fece rincasò giuliva, e
neanche un’anima osò torcerle un capello.
[1] Fantolina: bambina, fanciulla.
[2] Ardea Cinerea: Airone, Sgarza,
Berta, Nonna.
[3] Zucchetto: copricapo a forma di
piccola calotta sferica generalmente di colore rosso.
[4] Cremisi: tonalità molto accesa di
rosso.
[5] Edace: colui che divora, vorace,
ingordo.
[6] Fastello: mazzetto, fascina,
bouquet.
[7] Padiglioni auricolari: orecchie.
[8] Bulbi oculari: occhi.
[9] Organi prensili: mani.
[10] Orifizio facciale: bocca.
[11] Ottuagenaria: chi ha ottant'anni d'età.
[12] Satollo: sazio.
[13] Cotenna: pelle dura, spessa e setolosa.
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