Foto di Elliot Erwitt |
Se
io fossi Ness – un cane maschio, milanese, benestante e di grossa taglia: tipo
Dogo Argentino – sarei un po’ bastardo, ma non me ne preoccuperei_ Sarebbe la
mia padrona a trovare una soluzione al problema_ E la soluzione sarebbe facile
facile: pazza di me, la mia padrona mi porterebbe dallo psicologo dei cani
pazzi_ Uno di quelli bravi, tipo Cesar Millan di Dog Whisperer_ “Che cos’ha che non va, il suo cane?”
le chiederebbe lo psicologo dei cani pazzi_ “Si comporta male con le femmine di
razza: fa la cacca sul loro pedigree, e le padrone si incazzano con me_ Ma non
è tutto: abbaia sempre senza motivo, a cazzo, anche di notte_ E il mio
fidanzato sclera”_ Lo psicologo prenderebbe appunti_ Ma non su di me: su di
Lei_ Perché io lo guarderei come solo i bastardi sanno fare: con la testa
inclinata come un povero – e innocuo –
cane bastonato_ E gli farei simpatia_ Anzi no: tenerezza_ Lo
strizzacervelli canino le chiederebbe allora se mi fa fare un po’ di sano
esercizio fisico_ Lei direbbe di sì, e sarebbe vero, perché la mia padrona mi
porterebbe a correre nel parco almeno tre volte al giorno_ Allora il dottore
s’informerebbe sulla mia disciplina: “lo sgrida quando è necessario?”_ A quel
punto, Lei risponderebbe con una mezza verità_ Che poi sarebbe anche una mezza
bugia: “Sì, però poi mi fa troppa tenerezza e gli faccio una carezza”_ E non
sarebbe vero, perché alle carezze seguirebbero anche croccantini e un regalino_ Perché lei si odierebbe se alzasse la
voce con me_ Infine, per capirci qualcosa, lo psicologo dei cani pazzi le
chiederebbe se, secondo Lei, ricevo abbastanza affetto_ E lì Lei sarebbe super
sincera: “Scherza? Io amo Ness”_ E mi porterebbe a correre in un parco_ Per
farmi dimenticare la brutta esperienza_ Ma per me non sarebbe affatto stata una
brutta esperienza_ Anzi_
Continua_
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