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giovedì 19 novembre 2009
A PORTA CHIUSA FARE SILENZIO (antefatto di un’intervista televisiva)
Se vuoi, l'inizio del racconto lo puoi leggere qui e anche qua
“NO, scusa devo andare…”
Gli consiglio di fare come fanno tutti quelli che non hanno raccomandazioni.
“Invia il tuo CV a quanti più studi televisivi possibile, prima o poi qualcuno ti risponderà.”
“Ma tu non conosci nessuno?”
“Io?! No, sono solo una scrittrice, è la prima volta che metto piede a Cologno Monzese in vita mia.”
“Ah, ” Mi fa deluso, “Auguri.” Aggiunge prima di rientrare nello Scudo: forse non sa che porta sfiga. O forse sì. Pensare che io ho pure evitato il viola.
Entro in una saletta dal controsoffitto azzurro: siamo al piano terra, una vetrata separa la fiction dalla realtà. in fondo allo studio ci sono due divanetti neri, un tavolino e un televisore. A metà sala c’è un tavolo rettangolare con un gruppetto di ragazze, varie poltrone e un lungo bancone. In fondo alla saletta c’è una grande porta scorrevole con un cartello attaccato sopra e, alla destra del bancone, un ampio ufficio (la Redazione?), la toilette e un distributore di caffè e snack. Mi avvicino alle ragazze che si aprono a ventaglio. Allungo una mano e mi presento. “Abbiamo parlato ieri al telefono”, “Certo”, “Grazie”, “Accomodati sul divanetto”, “Caffè?” “Prima di te c’è lei, la Ragazza dei Gatti”. Guardo le bestiole, non conosco quella razza, mi sembra che non abbiano le orecchie. Non mi piacciono i gatti.
Valentina (Veronica?) mi raggiunge sul divanetto. È simpatica, ha delle belle calze a righe, una gonnella di jeans e stivali neri. Mi tasta la favella. “Hai scritto due libri, giusto? 101 Motivi per non Smettere di Guardare Beautiful e Come imparare a dire NO… e vivere meglio? Ti anticipo che Marco parlerà della Guida al NO e Ambra del libro su Beautiful.”
Peccato, sarebbe stato più divertente il contrario. Valentina (Veronica? Roberta?) mi mostra lo studio di Pomeriggio Italia (era nascosto dietro la grande porta scorrevole): è accogliente, praticamente un soggiorno. Da una parte c’è un bancone all’americana, dall’altro un salottino con due poltrone rosse, lampade, tavolini, quadri e fiori.
“Quando suona il campanello, tu entri da quella porta (ti apriranno Marco e Ambra) e ti siedi su quello sgabello.”
Marco Bellavia faceva Steve in “Kiss me Licia” (o era “Arriva Cristina?”), suonava coi Bee Hive. Ambra Orfei appartiene alla famiglia circense più famosa d’Italia.
“Tu sei… nell’ultimo blocco, verso le 14, 14 e 15… è il più adatto al tema. C’è da aspettare un po’.” Conclude Valentina (Veronica? Roberta?)
Sono le 12.30, sono stata puntualissima nonostante il Maledetto Navigatore. Che faccio per due ore?
Fai come Foster Wallace: documenta; mi consiglia Elisa con un sms. Mi sembra una buona idea. Prendo la mia agenda (tarocco della Moleskine by Esselunga Store) e inizio a scrivere. Sono seduta sul divanetto nero, la tv davanti a me è sintonizzata su Canale Italia, ovviamente. DAVIS E REBECCA cantano in un programma musicale, credo si chiami “Festa in Piazza” o qualcosa di simile.
Arriva Marco B.: ha delle scarpe di vernice azzurra, una giacca blu a quadroni (scozzese?) e una faccia che mi ricordo, ma senza ciuffo anni ottanta.
La diretta di Pomeriggio Italia comincia all’una esatta.
In studio c’è anche Ambra O., ma non capisco da dove sia entrata.
La Ragazza dei Gatti è la prima ospite, lei e i suoi gatti senza orecchie si adagiano su uno dei due divanetti rossi; l’intervistatrice, Ambra O., sull’altro. I peli dei gatti si attaccano alla maglia nera della loro vistosa padrona.
Perché io mi dovrò sedere sullo sgabello?
Mi si presenta un signore, Lucio (?), è uguale uguale a Ricky Gervais di “The Office”. Indossa un completo nero, e ha la stessa pettinatura e lo stesso atteggiamento di David Brent. Credo sia il produttore del programma, o qualcosa di simile.
Mi scappa la pipì.
La porta scorrevole si apre, ne esce Marco B. con una faccia interrogativa. Mi lancia una specie di sorriso d’intesa: è la prima volta che mi guarda. O forse sono io che lo guardo per la prima volta. Qualcuno gli chiede se stiamo facendo troppo casino. Su tre fogli appiccicati insieme c’è scritto: “A PORTA CHIUSA FARE SILENZIO”. Ma Marco B. ci risponde di NO, scambia due parole con Lucio-Gervais e poi torna in studio.
È l’una e mezza. Le ragazze (Veronica?, Roberta?, Valentina?) vanno a mangiare, non mi invitano. Ma io non ho ancora fame, ho un po’ di mal di testa.
Marco B. presenta un gioco. “Qual è il vero nome di Nino Manfredi?” chiede a una telespettatrice al telefono.
Pubblicità.
Non mi hanno ancora microfonata. La porta scorrevole si apre, ne esce una scenografia verde. Adoro il verde. Oggi mi sono messa delle bellissime calze verdi.
Lucio-Gervais si mette il soprabito. Se ne va?
La Ragazza dei Gatti esce dallo studio e torna nella saletta. Rimette i due animali nelle loro gabbie. Tre ragazzi fanno moine ai gatti senza orecchie. A me non mi si fila nessuno. O forse sono io a non filare nessuno?
Marco B. e Ambra O. sono di nuovo in onda; il gioco (del puzzle) continua. Paolo, un telespettatore al telefono, spara un 3.867, ma sbaglia numero. Chissà cos’è che doveva indovinare, non ho capito. Mi ricordo dei fagioli di Raffaella Carrà (o erano ceci?)
Sono le due meno venti.
“Pronto?”, “Buongiorno, Marco”, “Chi è il regista del film L’Appartamento”?
Samuela mi ha appena truccata. Samuela ha una bella maglia viola: allora non porta sfiga il viola in tv. Appesa in vita ha una cintura piena di pennelloni e in mano una trousse. “Potrei addormentarmi in questo esatto momento”, le ho detto mentre mi spennellava il viso. Mi ha sorriso.
In tv ora c’è una ragazza senza gatti. Credo sia una poetessa, è molto molto figa. Ha i tacchi a spillo, pantaloni neri aderenti, camicetta di raso nera, lunghi capelli castani, e labbra super carnose. È microfonata, io ancora no.
È arrivato un altro tizio. Un altro ospite, immagino. Credo sia un professore. Si informa sul numero delle telecamere, su quale guardare, sul tempo massimo e minimo da dare alle sue risposte. Io non fatto nessuna domanda. O è troppo pedante lui o troppo cialtrona io.
(La poetessa, Katrina - è passato il sottopancia - è modella e scrittrice. Che cazzo.)
Il professore sarà intervistato prima di me che sono qui dalle dodici e un quarto.
(Katrina ha vinto il campionato nazionale di body Fitness, Niente altro?)
Samuela, la truccatrice, mi ha appena sorriso. O sono io ad averle sorriso?
(Katrina la modella poetessa e scrittrice vincitrice del campionato nazionale di boby fitness ha finito, tocca al professore.)
Samuela mi dice che il lucida labbra me lo mette dopo, se no me lo mangio.
Prima di entrare nel salotto di Pomeriggio Italia, il professore domanda all’Autrice (Roberta?) se Canale Italia ha copertura nazionale. Gli dicono di sì. Ne è contento. Il professore è abbronzatissimo.
Mi sono pasticciata le dita con la penna biro: non sono più abituata a scrivere a mano. Mela ci, mela vu, mela zeta, mela esse.
I due assistenti (?) del professore si siedono sul divanetto nero accanto al mio, davanti alla tv, per guardare il loro mentore in azione: il ragazzo sembra terrorizzato, la ragazza per niente.
Approfittando di una pausa pubblicitaria, qualcuno alle nostre spalle usa una sparachiodi contro la scenografia verde, il pannello che era uscito di scena mezz’ora fa.
4, 3, 2, 1… diretta.
“Bentornati a Pomeriggio Italia”.
Il professore è un chirurgo estetico, mi sa. Sento poco, il volume è basso. Ambra O. lo accompagna in salotto: spero non sia allergico al pelo dei gatti.
Stacco. Un’inviata del programma ferma sei persone per strada che hanno delle domande per il professore. Mi sa che la ragazza col cappottino rosso è una della Redazione (Veronica?).
La specializzazione del professore si chiama LIPOCONDENSAZIONE.
Marco B. non è in studio, è nella saletta, saluta Katrina che sta per andarsene. Anche la Ragazza dei Gatti se n’è andata, ha chiamato un taxi.
Tre minuti alle due, mi sa che ci siamo.
Più o meno so cosa mi chiederanno, ma non so che cosa risponderò. In genere improvviso. Spero di non rivedermi, non mi piace: mi sa che assomiglio a qualcuno che non posso soffrire.
Telefonata da casa per il professore. Una telespettatrice da Bergamo fa una domanda a proposito della ricostruzione del seno in seguito a un intervento oncologico. Il professore spacca l’obiettivo. Sarà perché è abbronzato… ma ha il ritmo nel sangue.
Le due e un minuto, “Beautiful” sarà quasi finito. Chissà se Steffy ha accettato la proposta di Brooke e ha lasciato la Forrester?
Altra telefonata in linea per il professore. Daniela da Roma chiede se si può fare qualcosa per le grosse cicatrici che le ha lasciato un intervento per ridurre le orecchie a sventola. Il professore distingue due tipi di cicatrici differenti, cheloidee e ipertrofiche.
Ambra O. dice “eufemismici” invece di “eufemistici”.
Il ragazzo terrorizzato e io la correggiamo a bassa voce e ci sorridiamo, sbruffonistici. È l’addetto stampa del professore; la ragazza, invece, è l’assistente del chirurgo. Facciamo quattro chiacchiere: la ragazza dice che comprerà “Come imparare a dire NO… e vivere meglio”. Mi racconta di un ex fidanzato che aveva tempo per tutti tranne che per lei e che, per vederlo, era costretta a tenersi libera più o meno sempre. Era sollevata di avere un altro fidanzato. L’addetto stampa mi ha detto che la sua di fidanzata conosce la collana che include i miei libri, e che forse ha “proprio questo qui di Beautiful”.
Mi si sono gelati i piedi e le mani: mi sa che ho fame. Proprio ora.
Chissà se qualcuno da casa mi guarderà, io non l’ho detto quasi a nessuno che sarei stata ospite in tv, magari l’aspirante autista di VIP (anche internazionali) si è sintonizzato. Quasi quasi lo saluto in diretta…
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