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domenica 23 ottobre 2011

La Moda del Tifo

Adam Broomberg & Oliver Chanarin's photo
Occorre ponderare prima di ridere: la libertà di una risata liberatoria non va a braccetto con la lealtà al Leader. Il Leader può ridere del tifoso, non viceversa. Se il Leader cade su una buccia di banana il tifoso non ride. Se il Leader ride grufolando, sputacchiando e battendosi le mani sulle cosce per coprire il rumore di una scorreggia, il tifoso è la cassa di risonanza che amplifica il chiasso e mimetizza il peto, è il ventilatore umano che aiuta il tanfo a rarefarsi. Se il Leader dice, pensa e vive come un maiale, il tifoso non dice, non pensa, non sa nulla dei maiali. Il tifoso guarda solo ai risultati. Se il risulato è 0 a 0, il tifoso incoraggia il Leader con uno slogan. Il tifoso difende l'indifendibile. Il tifoso è amico del Leader: non è né lente né obiettivo. Da piccolo il Leader collezionava le figu, poi è cresciuto. Di un solo tifoso, al Leader gli frega un cazzo. Di tanti tifosi, al Leader gli frega di più. I numeri contano. La massa è il lievito madre. Il tifoso mangia pane senza niente sopra nonostante abbia a disposizione due fette di salame. Salame per salami. Per il Leader, vincere è tutto, ma perdere una, due o tre volte non è la fine del mondo. Tanto la colpa non è sua. Squadra che vince non si cambia. Squadra che perde cambia nome. Il tifoso tifa finché ha voce e, quando non ce l'ha, tifa doppiato da Tonino Accolla. Il tifoso dice "noi". Il Leader dice "io".

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